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sguardo
storico
Un
tempio pagano, dedicato alla dea Tellus (Cerere) o a tutte le
divinità, trasformato poi in tempio cristiano, dedicato
all’Assunta, tra il VII e l’VIII secolo? È ipotesi da
verificare. Ricostituita la diocesi nel 970, fu cattedrale,
riccamente decorata dal vescovo Adelardo (975-999). Un secolo
più tardi, durante la dominazione normanna, fu totalmente
ricostruito in stile romanico. Nel 1728, già danneggiato dal
terremoto del 1456, dalla caduta del campanile del 1614 e dal
terremoto del 1688, fu abbattuto e ricostruito in stile
barocco. Fu riaperto al culto nel 1741. Nonostante i vasti
restauri deI 1877-1879 e gli altri meno profondi di questo
secolo, la struttura settecentesca è rimasta inalterata
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FACCIATA
E CAMPANILE
Nella
facciata, occupata dall’atrio per più della metà, non è
leggibile l’antica struttura: aveva il rosone e la sola
porta centrale d’ingresso, Il campanile romanico crollò col
terremoto del 1456. Nel 1484 era già ricostruito. Colpito dal
fulmine nel 1588, cadde il 22. 11. 1614. Ricostruito subito
dopo fino al secondo livello, fu completato col terzo e con la
cupola negli anni 1730-1740.
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IL
PORTICO
Strutturato
all’inizio del sec. XII con massi, colonne e capitelli di
spoglio, databili dal I al IV sec. d. C., servì anche
per i parlamenti civili della “Universitas Sanctagathensis”.
Sul prospetto principale, la statua
dell’Assunta; sui laterali, di S. Agata e S. Stefano, tutte
e tre del 1796. Lo stemma di Sisto V ricorda il suo episcopato
in questa sede (1566-1572).
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IL
PORTALE
Della
fine del sec. XI, rimanda a quello di Montecassino e a quello di Carinola.
L’architrave è sollevato; la lunetta, ristretta. L’archivolto, ornato a
fogliame, poggia su due Ieoncini. Le porte, ampliate in altezza, sono del
1647; Io stemma, del vescovo Gandolfo; nel medaglione i Titolari; l’Assunta,
S. Agata e S. Stefano. |
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L'INTERNO
A
croce latina; a tre navate divise da pesanti pilastri;
sulle navate laterali, otto cappelle; il soffitto, in
legno dipinto, neI 1877-1879
sostituì quello settecentesco: presenta il
martirio di S. Stefano, l’immacolata, il martirio di
S. Agata. Le pile dell’acqua santa sono del 1716; il
pavimento del 1907; il pulpito del 1877; tele e marmi
dei sec. XVII e XVIII; il fonte battesimale, a forma
di grande capitello, è romanico. |
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CAPPELLE
(A
destra entrando):
1)
del Carmine, con
pavimento deI 1752;
2)
della Natività;
3)
del SS.mo Sacramento, con
altare del 1716, mostra di tabernacolo del 1514,
lapide-elenco dei parroci del 1983;
4)
di S. Anna, con
mirabile altorilievo, raffigurante la Sacra Famiglia,
scolpito da Gianbattista Antonini nel 1717 - 1718
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IL
CORO
Serviva
a 30 canonici e 12 mansionari per il canto dell’Ufficio
Divino. Fu intagliato nel 1650-1653 da Mastro Alessandro De
Rosa che con grande forza di fantasia lo popolò di volti e
animali mostruosi. Negli anni 1740-1750 fu inserita la sede a
baldacchino per il vescovo. L’altare maggiore, ora
smembrato, chiudeva il coro. Disegnato dal pittore Tommaso
Giaquinto, fu scolpito da Lorenzo Fontana nel 1714. Sudi esso
nelle solennità celebrava la Messa pontificale S. Alfonso M.
de’ Liguori.
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IL
MOSAICO
Copriva
la navata centrale ed ora solo parte del presbiterio: tre
frammenti davanti all’altare e un grande frammento in
corrispondenza della navata laterale sinistra, databili
all’inizio del sec. XIII. Il frammento grande riproduce
forse l’universo (zodiaco) con i simboli degli evangelisti
ai quattro angoli. |
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LA
CRIPTA
Della
fine del sec. Xl, con tre absidi, è rimasta intatta. Dieci
colonne sostengono volte a crociera e quattro colonnine la
volta dell’abside centrale. Colonne e capitelli sono di
spoglio: romani, bizantini, longobardi, normanni. Gli
affreschi, del sec. XIV, esprimono un gusto umbro-senese. |
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CAPPELLE
(a
destra
uscendo):
1)
del Purgatorio, con
pavimento del 1752 e altare intarsiato;
2)
dell‘Incoronata, ricca
di marmi e di stucchi, con statua di
Maria
Regina in marmo del 1402;
3)
di S. Alfonso, con
lapide-elenco dei vescovi;
4)
del
Battistero. |
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S.ALFONSO
MARIA. DE’ LIGUORI
Nacque
a Napoli il 27 settembre 1696. A 16 anni si laureò in Diritto
civile e canonico. A 27 anni abbandonò la professione per
farsi sacerdote. Fu missionario tra la povera gente a Napoli e
nel Regno, e perciò nel 1732 fondò i Redentoristi. Nel 1762
fu eletto vescovo di Sant’Agata dei Goti e accettò per
obbedienza al Papa. Lavorò nella diocesi per 13 anni e con
gli scritti raggiunse tutta l’Europa. In questa chiesa
predicò, celebrò, pianse, soffrì, pregò inginocchiato sul
nudo pavimento perché abbondante fosse per tutti la
redenzione. L’artrosi deformante lo curvò. Rinunciò
all’episcopato e si ritirò a Pagani, dove morì il 10
agosto 1787. Fu proclamato santo nel 1839. |
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